La sera di domenica 29 ottobre si è conclusa ufficialmente la Nona Edizione del "Due Mari WineFest" con una Masterclass ad accesso libero organizzata in collaborazione con Offwine Winery.

I protagonisti della serata sono stati i vini di Cantine Cardone in un viaggio alla scoperta della Valle d’Itria condotto da Marianna Cardone.

La Puglia vitivinicola, dopo essersi scrollata la fama di produttore di uve per vini da taglio, utili  per rinforzare vini blasonati di altre regioni, soprattutto settentrionali, ha assunto da più di una ventina d'anni ormai un ruolo importante nel panorama enologico nazionale. Quando si pensa ai vini pugliesi, si fa subito riferimento a quelli ottenuti da vitigni a bacca scura, quali primitivo, negroamaro e nero di Troia. Sempre più spesso nelle carte dei vini dei migliori ristoranti italiani troviamo bottiglie di Primitivo di Manduria e di Gioia del Colle, di Negroamaro di varie DOC del Salento (Salice Salentino e Copertino su tutte) e di Nero di Troia Castel del Monte, anche nelle versioni "rosato". Tutto questo successo è dovuto alla tendenza di lungimiranti enologi nell'ingentilire la corposità insita di queste cultivar, caratteristica dovuta al clima caldo e assolato, sempre più vicino al subtropicale che a quello mediterraneo.

Esiste però una Puglia dei vini bianchi, che oggi stenta a decollare, nonostante un passato dignitoso. La Puglia è una regione lunga, veriegata nel paesaggio, nella gente e nella cultura, dal Gargano sino al Salento, passando per la Daunia, il Tavoliere e la Murgia. Proprio al confine tra la Murgia Sud Est Barese e l'Alto Salento vi è la Valle d'Itria, un territorio incantevole, esteso tra le province di Bari, Brindisi e Taranto, in particolare tra i comuni di Locorotondo, Cisternino e Martina Franca, sconfinando nelle campagne di Alberobello, Putignano, Fasano, Ceglie Messapica e Ostuni. La Valle d'Itria è un territorio dolcemente ondulato, formato da una serie di avvallamenti, colline e poggi carsici, puntellato da muretti a secco, che delimitano i vari uliveti, frutteti, vigneti, e dai caratteristici trulli e dalle bianche masserie che spiccano sulla terra rossa e la verde vegetazione. Qui vi è un microclima ideale per la viticoltura di qualità, grazie alle forti escursioni termiche tra il giorno e la notte, soprattutto in estate, periodo di maturazione dell'uva, dovute alle altitudini (dai 200 ai 400 mt. s.l.m.) e alle correnti marine provenienti dallo Jonio o dall'Adriatico. Per questo, nei primi anni del secolo scorso, si è investito molto nei vigneti, riuscendo ad ottenere uva a bacca chiara molto produttiva, che veniva perlopiù trasportata al Nord anche per realizzare il famoso Vermouth della Martini & Rossi di Torino. Soltanto negli anni '70 sono nate cantine prestigiose che hanno creduto nell'imbottigliamento e la vendita in proprio. Nascono così vini di grande qualità ma che, peccando nel marketing, non hanno ottenuto all'epoca il successo meritato.

La mission di Marianna Cardone, che si occupa appunto di marketing nell'azienda di famiglia, è proprio quella di promuovere e valorizzare non solo i vini della sua cantina, ma tutto il territorio dal punto di vista turistico e culturale oltre al comparto agricolo e vitivinicolo. Oggi, in Valle d'Itria insistono due DOC, Martina Franca ed Locorotondo, pressoché identiche, sia negli uvaggi (Verdeca, Bianco d'Alessano, e in parte, Fiano, Minutolo e altri vitigni minori) sia nel disciplinare di produzione. Sarebbe il caso di unificarle, magari includendo anche la DOC Ostuni, e inserendo i vitigni a bacca scura? Ovviamente, ci vogliono i numeri e la volontà dei produttori e dei politici per costituire un Consorzio... ad hoc per la nuova DOC. Di questo e di altre problematiche si è discusso durante la Masterclass organizzata dal Due Mari Winefest presso la nuova ma fornitissima  enoteca Offwine Winery di Taranto. 

"Il buon vino si fa in vigna e poi in cantina, il luogo fisico in cui si aprono le danze fra teccnologia ed esperienza" è la filosofia della Cantine Cardone, che dal 1970 produce vini di qualità sia da uve autoctone, sia internazionali, sfruttando a pieno le potenzialità del territorio, limitando la quantità e l'industrializzazione, ma rischiando anche nella sperimentazione. Tutto avviene in azienda, sita a Locorotondo, dalla raccolta all'imbottigliamento, per avere il massimo controllo della qualità senza compromessi.

Al termine della presentazione, la stessa Marianna ci guida alla degustazione di quattro vini della cantina di famiglia.

Il Prosit Valle d'Itria IGP è un bianco frizzante ottenuto da Verdeca e Bianco d'Alessano. Pur non essendo classificato quale spumante, la cui pressione minima deve essere di 3 bar, presenta le caratteristiche delle migliori bollicine da metodo Charmat (fermentazione del mosto a temperatura controllata e rifermentazione  in autoclave), grazie ai suoi 2,9 bar che regalano un perlage fine e persistente, un corredo aromatico floreale e leggermente fruttato (pesca, pera) ed una piacevole vivacità e persistente freschezza al palato. Serivito fresco, è  ideale come aperitivo, si adatta bene alle carni bianche e ai piatti di mare.

Cardone produce anche un Prosit in versione rosè da Pinot nero vinificato in bianco. Prosit significa "che porti bene!", un augurio latino che veniva rivolto al sacerdote alla fine della messa, trasformato nel tempo come brindisi a fine pasto. 

Gli spumanti metodo Charmat in Valle d'Itria venivano prodotti già 40 anni fa e la loro freschezza è dovuta al terreno calcareo e ad una vendemmia anticipata.  Cardone produce Rudy, due tipologie di spumante brut, il bianco da Verdeca e il rosè da Pinot nero vinificato in bianco, entrambi sempre con metodo Charmat.

Il Castillo Locorotondo DOP è ottenuto da Verdeca, Bianco d'Alessano e una percentuale di Fiano, nel pieno rispetto del disciplinare. La DOC Locorotondo è nata del 1969, ed ebbe subito un gran successo grazie anche all'interesse dell'Alitalia che lo proponeva ai viaggiatori durante i voli. Nei successivi anni '80 ebbe un crollo di vendite, con il conseguente espianto dei vigneti. Oggi bisognerebbe tornare a parlarne per farlo ritornare agli antichi fasti, puntando sempre sulla qualità, ovviamente, ma anche facendo squadra fra tutti i produttori della zona. Il Castillo in etichetta riporta un trullo, simbolo del territorio, quasi a ribadire la provenienza e la tipicità delle uve, tanto quanto il paesaggio circostante.

Se la Verdeca apporta corpo (struttura), il Bianco d'Alessano dona acidità e profumi caratteristici. Se ne ricava un vino giallo paglierino che volge con riflessi dorati nel tempo; i profumi netti di frutta a polpa bianca, con note agrumate che si ritrovano al palato, insieme all'equilibrata freschezza gustativa. Questo vino rispecchia a pieno lo stile Cardone: vini per tutti i giorni. Per gustarlo al massimo delle sue potenzialità, meglio aspettare un anno dall'imbottigliamento.  Si abbina molto bene con il pesce o con piatti leggeri.

Il Castillo Valle d'Itria IGP Minutolo è ottenuto dal vitigno Minutolo in purezza. Confuso per anni con il Fiano, questo vitigno semi aromatico è stato riscoperto ultimanente e finalmente viene vinificato da solo, per ottenere vini identitari, dal particolare profumo varietale. Più probabile che provenga dal Moscadello selvatico. 

La vinificazione del Castillo Minutolo avviene con il contatto con le bucce per 6-8 ore e l'illimpidimento avviene per travaso in maniera naturale. Si esprime al meglio dopo due anni da quello della vendemmia, quando si può godere della sua elegante nota sapida, oltre ai persistenti aromi floreali. Ottimo accompagnamento per un risotto alla zucca o ai funghi.  

Il Fragno Valle d'Itria IGP è un sorprendente vino rosso ottenuto con uve tipiche del taglio "bordolese", ovvero Cabernet Savignon, Cabernet Franc e Merlot, con una percentuale di Malbec. "Non c'è trullo senza vigna, non c'è vigna senza fragno", dicevano gli antichi abitanti della zona. Il fragno è una specie di quercia (quercus trojana) con foglie semi-caduche (in autunno si seccano, diventano gialle ma non cadono), che si trova soltanto in Puglia e in Basilicata,  e vive spesso in simbiosi con i funghi. La corteccia del fragno si utilizza per l'affumicatura del pregiato Capocollo di Martina Franca, presidio Slow Food.

Il Fragno Valle d'Itria IGP, la cui vinificazione con contatto delle bucce dura dai 12 ai 15 giorni, fino al completamento della fermentazione alcolica, affina in piccole botti di legno. Ne deriva un vino rosso porpora con riflessi violacei intensi; profumi decisi di frutta matura, su tutti prugna e ciliegia, con note speziate di carruba e di vaniglia; sapore asciutto, con tannini equilibrati da un'importante struttura; ritorno di spezie dolci nel finale.

Una piacevole e interessante serata che conclude nel miglior modo l'anno d'oro della nona edizione del Due Mari Winefest, con un'azienda, la Cantine Cardone, che rappresenta la migliore Puglia del presente con i riferimenti al glorisoso passato e con la propensione ad un futuro ancor più sostenibile. Parlare di storia va bene quando è da prendere come esempio per le nuove generazioni. Per questo esorto i giovani a partecipare a questi incontri dove oltre all'enogastronomia si parla di possibilità di sviluppo, dal punto di vista imprenditoriale e di cultura, del buono e del bello, qualità che in Puglia non mancano, ma che vanno continuamente promosse, espresse e valorizzate al meglio.

Paolo Bargelloni

Il servizio ai tavoli è stato curato dal personale del locale e da Anna Maria Intermite dell'Associazione Italiana Sommelier delegazione di Taranto.

OffWine è un nuovo spazio culturale per la città, dove condividere calici, sapori e pensieri. Si trova a Taranto in via Medaglie d'Oro, 145, angolo via Ettore d'Amore.

Marianna Cardone è una "Donna del Vino", già presidente regionale dell'associazione "Le Donne del Vino".  Ho avuto il piacere e l'onore di premiarla in varie occasione, tra cui "Vino è... Musica" nel 2015. Prosit!