Si è tenuta la sera del 18 gennaio presso l'enoteca "Offwine Winery" di Taranto la presentazione del libro "Li Menati" di Fernando Blasi, in arte Nandu Popu, cantante dei Sud Sond System, seguita dalla degustazione dei vini dell'azienda "Le Vigne di Sammarco" di Cellino San Marco.

La riuscitissima serata è stata organizzata in collaborazione con il "Due Mari Winefest", organizzatore di eventi enogastronomici e culturali. Come ribadito da Stefania Ressa, una dei patron del Due Mari, insieme con Andrea e Fabio Romandini, "il binomio vino e cultura è un concetto importante da far passare. Nato nel 2016, il Due Mari Winefest è un progetto che tende a promuovere la cultura territoriale a 360°, che ha sempre aperto le porte a una serie collaborazioni sane con altri enti, cercando di creare una rete forte, dalle trame fittissime, e che è già riuscita ad andare anche aldilà dei confini locali, grazie ai due gemellaggi, uno con l'Umbria (Wine Show di Todi) e l'altro con la Toscana (Florence Wine Event). Continueremo su questa strada con l'intento di vedere il vino associato ad altri elementi culturali che fanno parte del nostro territorio".

Fernando Blasi esordisce con la spiegazione del titolo "Li Menati: chi sono? Sono gli ultimi della società, quelli da buttare (menati nel dialetto salentino vuol dire gettati), ovvero quelli che non sono riusciti a far parte del cambiamento in atto ai tempi del boom economico, della ricostruzione, che ci è sato grazie al piano Marshall, restando indietro rispetto a chi ha lasciato i campi per riversarsi nelle fabbriche. Come spesso accade, questi menati son costretti a reinventarsi, affossando le radici nel territorio rendendolo marcio e inospitale. Nasce così la Sacra Corona Unita. Nasce lì quella che oggi chiamiamo Casalabate, nome che deriva da Casa dell'Abate, dove si narra che fosse l'alcova di un abate e di una badessa".

Da qui il racconto si intreccia tra l'infanzia del narratore e la storia del territorio, tra leggende, credenze e vita vissuta. "Pur essendo ateo, ho avuto sempre paura degli spiriti e quella casa mi incuteva fascino e terrore". Durante la spiegazione, non mancano i riferimenti con la vita contemporanea, con quello che ci capita attorno, il ritorno della paura del domani, delle guerre, di una lunga crisi; le colpe di cinquantenni che non hanno saputo trasmettere ai figli la voglia di mettersi in gioco, di lottare per ottenere una vita dignitosa. "Se all'epoca c'era chi ostentava la propria ricchezza, provocando il disagio di chi restava povero (si pensi al film il Sorpasso di Dino Risi, dove un giovane Vittorio Gassman sfreccia strombazzante con la sua spider), oggi assistiamo a modelli altrettanto negativi, come certi cantantucoli che mostrano i soldi nelle loro videoclip. Cose che neanche i Rolling Stone e i Beatles, pur essendo straricchi, hanno mai fatto. Eppure, proprio la musica dovrebbe infondere cultura, fratellanza, rispetto per il prossimo". Il libro ha anche questa mission: spronare i giovani a intervenire, non restare a guardare che le cose cambino senza subirle.

"La musica, in passato, era anche terapeutica. Le donne, nel Salento e in tutto il Sud Italia, danzavano al ritmo della Taranta per salvarsi dalla pazzia. Ancora oggi, vino e musica ti possono far passare momenti di inebriamento, quegli attimi in cui lasciamo fuori i cattivi pensieri, i problemi quotidiani, la paura del domani".

Il libro "Li Menati. Persi tra i semi del peccato" di Nandu Popu (Fernando Blasi) edito da Radici Future (190 pagine, prezzo di copertina 15 euro), è diponibile a Taranto presso la libreria Dickens.

La serata prosegue con la degustazione dei vini dell'azienda "Le Vigne di Sammarco", la quale ha ricevuto un premio all'edizione estiva del Due Mari Winefest, abbinati ai piatti preparati dalla cucina dell'Offwine Winery.

Il primo vino che assaggiamo, sotto la guida della bella sommelier dell'azienda, è "Ebur", uno spumante metodo classico ottenuto da fiano minutolo e malvasia bianca coltivati a spalliera. Le uve selezionate sono vinificate in bianco in vasche di acciaio inox a temperatura controllata. La rifermentazione avviene in bottiglia con deposito dei lieviti per 40 mesi. La sboccatura è del 2023. Si presenta color paglierino con sfumature dorate, bollicine numerose e persistenti; al naso si riconoscono classici sentori di crosta di pane; al palato è delicato, cremoso, con retrogusto appena dolce e aromatico. Si abbina bene con taralli alla pizzaiola, crostini al pomodoro e rosmarino o con cruditè di mare.

Il secondo è "Nottetempo", uno splendido Chardonnay in purezza (quello che più ha colpito il sottoscritto), che ha la particolarità di aver subito un passaggio in barrique nuove per il venti per cento, con la restante parte in barrique di un anno, prima del successivo affinamento in tini di acciaio. Alla vista è dorato, intenso e luminoso, preludio ad un ventaglio olfattivo ampio, dove si riconoscono aromi di frutta esotica, sentori di nocciole tostate, lievi note di crema pasticcera e spezie dolci; al gusto è pieno, dove la dolcezza è ben bilanciata da freschezza e sapidità, con un finale lungo con ritorni di zucchero vanigliato. Si presta bene per accompagnare risotti ai funghi e ai secondi di carne bianca.

Proseguiamo la degustazione con un vino rosato da Susumaniello, il "Susumà". che prevede una breve permanenza sulle bucce (15 ore) prima della svinatura e della fementazione controllata (15°C). Ne deriva un prodotto che si mostra al calice color corallo con riflessi ramati; al naso spiccano sentori floreali (petali di rosa) e delicate note fruttate (ribes e, lamponi su tutte); in bocca risulta piacevolmente acidulo, bilanciato dalla discreta morbidezza. Qui è stato abbinato ad una frittatina di verza, ma può essere ben accostato a primi piatti leggeri e a secondi a base di pesce.

L'ultimo vino presentato è uno dei prodotti di punta dell'azienda, l'"Ormanera", un Salice Salentino DOP,  negroamaro in purezza, con uve raccolte leggermente surmature; criomacerate prima della fermentazione a contatto con le bucce per 10-12 giorni; fermentazione malolatttica in tini di acciaio, prima di subire un affinamento in botti di rovere di secondo e terzo passaggio (8-10 mesi) e in bottiglia (6 mesi). Alla vista è rosso cupo, quasi impenetrabile, con lacrime fitte; all'olfatto è complesso, si distinguono sentori di frutta rossa matura, seguiti da tabacco e cannella, salvia e rosmarino; al palato è polposo, si percepisce la trama tannica rotonda e persistente. Qui è stato servito con straccetti di maiale, ma saprebbe esaltare qualsiasi piatto importante di carne (tagliatelle al ragù, agnello arrosto con patate, arista ai funghi, ecc.).

Le Vigne di Sammarco è un'azienda sita a Cellino San Marco, nata negli anni settanta del secolo scorso, quando la famiglia Rizzello smise di conferire le uve alla cantina sociale per produrre in proprio. Oggi possiede circa 200 ettari di terreno ed è sempre alla ricerca di nuovi impianti sempre con l'intento di esaltare le caratteristiche del territorio, l'unicità dei vitigni autoctoni, e praticando un'agricoltura attenta alla sostenibilità.

Paolo Bargelloni

OffWine è un nuovo spazio culturale per la città, dove condividere calici, sapori e pensieri. Si trova a Taranto in via Medaglie d'Oro, 145, angolo via Ettore d'Amore.